Negli ultimi mesi si è consolidata una tendenza a cui abbiamo assistito dall’inizio del decennio: il boom del turismo medico in Paesi come l’Albania e la Turchia, con un crescente numero di italiani che si reca in queste (e altre) destinazioni per sottoporsi a interventi di chirurgia estetica. Ma per quale motivo?
La ragione principale è facilmente attribuibile al fatto che in questi Paesi il prezzo degli interventi può arrivare a costare fino al 50% in meno rispetto a quanto si potrebbe sperare qui in Italia. Ma, al netto di questa convenienza economica, è realmente utile affidarsi a degli operatori esteri?
In realtà, è molto complicato fornire una risposta puntuale a tale quesito, considerato che l’industria del turismo medico non viene regolamentata a livello internazionale e, dunque, sono disponibili pochi dati sui tassi di complicazioni a cui si va incontro nel post-procedura. Insomma, il rischio maggiore è che – a fronte di un risparmio nel costo dell’intervento – si vada incontro a standard di sicurezza non conformi e medici poco qualificati.
In particolare, secondo l’Isaps (The International Society of Aesthetic Plastic Surgery) le principali destinazioni per la chirurgia plastica low cost sono la Turchia, il Messico, la Colombia e la Thailandia. Tuttavia, considerato che mese dopo mese l’industria del turismo medico continua a crescere, sempre più Paesi stanno diventando destinazioni consolidate e, spesso, lo fanno in maniera inattesa. Il Costa Rica è ad esempio un Paese in forte ascesa nel mercato della chirurgia plastica, soprattutto per quanto concerne procedure come lifting, impianti dentali e blefaroplastica.
Più nota è invece la posizione della Turchia, Paese che può contare su un’industria medica rigorosamente regolamentata e caratterizzata da un forte sostegno da parte del governo turco: qui le procedure più richieste ci sono la mastoplastica additiva, la rinoplastica, l’addominoplastica, la liposuzione e il brazilian butt lift, oltre al trapianto di capelli, molto gettonato soprattutto tra gli uomini che soffrono di calvizie.
Ma come affrontare un intervento estetico all’estero nella maggiore sicurezza possibile?
La soluzione è certamente rappresentata dalla consapevole scelta del medico a cui affidarsi: anche all’estero è essenziale mettersi nelle mani di un chirurgo plastico estetico certificato e membro di una associazione riconosciuta, cosa che dovrebbe attestare che ha ricevuto il più alto livello di formazione e accreditamento possibile per la sua specialità.
Quindi, è sempre opportuno controllare con attenzione il suo cv, facendo attenzione che il medico sia un chirurgo specializzato in Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva, ed evitando invece quelle persone che hanno un curriculum studiorum non chiaro o che non riporta i dati di membership nella società scientifica di riferimento del Paese in questione.
Prima di sottoporsi all’intervento è poi necessario controllare se il medico sta seguendo costantemente dei corsi di aggiornamento e se il medico che effettuerà l’intervento è anche colui che seguirà durante le visite.
Inoltre, è bene indagare per quale motivo il prezzo può essere così basso. A volte infatti le strutture estere risparmiano sulla sicurezza della sala operatoria e sulla numerosità e sulla qualità dei professionisti che sono coinvolti durante l’operazione chirurgica. Insomma, per abbassare i costi potrebbero non essere presenti tutte le figure professionali necessarie, o potrebbero essere utilizzati materiali di dubbia qualità e provenienza, o ancora potrebbe non essere stato effettuato un percorso di valutazione pre-operatoria adeguato.
Il consenso informato
Ultimo punto su cui val la pena soffermarsi è quello del consenso informato. Il paziente deve infatti essere sempre informato su tutti i passaggi che dovrà affrontare e dovrà firmare il consenso informato preventivamente, mai il giorno dell’intervento, quando l’emotività potrebbe prendere il sopravvento.
Il post operatorio
E per quanto concerne il post operatorio? Ricevere un’adeguata assistenza postoperatoria è fondamentale per garantire una corretta guarigione e ridurre il rischio di complicanze. Proprio per questo motivo è essenziale chiarire questi aspetti prima, stabilendo contrattualmente chi si occupa del post operatorio e chi effettua il monitoraggio.
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