Qualche anno fa la FDA statunitense indicò che una paziente su cinque aveva bisogno di una sostituzione o di una revisione della propria protesi al seno una volta trascorsi 10 anni. In realtà, si tratta di un arco temporale di puro riferimento, da ponderare sulla base delle specifiche situazioni di ogni paziente, e che comunque lascia intendere che l’80% delle donne non abbiano bisogno di un’altra procedura anche trascorso così tanto tempo. A ciò si aggiunga anche che gli eventi di rottura dell’impianto sono molto rari, e nell’intera esistenza della protesi riguardano solo il 3% delle installazioni. Ma cosa significa tutto ciò?
Sinteticamente, l’introduzione del nostro odierno approfondimento ci porta a capire che molte revisioni di precedenti interventi di mastoplastica avvengono per scelta, quando le donne decidono di voler cambiare le dimensioni del seno o vogliono andare incontro a ulteriori perfezionamenti. È questa, insomma, la causa largamente principale di nuovi interventi in un seno già interessato da precedente mastoplastica. Insoddisfatte dal precedente trattamento, molte donne sono portate a modificare le dimensioni del seno dopo la procedura iniziale.
Naturalmente, quanto sopra non può comunque escludere che vi possano essere delle situazioni di maggiore trauma. In alcuni casi la sostituzione della protesi non è frutto di una mera valutazione estetica, bensì di aspetti funzionali. Si pensi alla rottura della protesi – estremamente raro sia in protesi saline che in silicone – che rende necessaria una revisione della mastoplastica. Così come altre situazioni che modificano la conformazione del seno e dunque richiedono un nuovo intervento del chirurgo.
In linea di massima, il nostro consiglio è quello di condividere sempre, con il vostro chirurgo di riferimento, i vostri desideri e le vostre aspirazioni. La mastoplastica può essere “per sempre”, ma non sottovalutate l’opportunità di concedervi una “revisione”!
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