Nell’ambito della chirurgia estetica, una nuova tendenza si sta facendo spazio tra i ritocchini. Parliamo della panprosoplastica, una sorta di “aggiornamento” completo del viso. Un intervento che, in una sola operazione, può permettere di annoverare un concreto miglioramento di pelle, sguardo e sorriso. Ma come funziona?
A ben vedere, la panproplastica non è altro che la sinergia di diversi interventi che riguardano il volto maschile e femminile. E così, dalla rinoplastica alla blefaroplastica, dalla cantopessi al lipofilling, si cercano di ottenere i migliori valori aggiunti attraverso l’integrazione di diverse tecniche di chirurgia estetica.
In tal senso, la base di riferimento è sempre rappresentata dal minilifting composito, un lifting innovativo che consente di ottenere risultati migliori del lifting classico, pur con una minore invasività. Il minilifting agisce infatti contemporaneamente su collo, guancia e zigomo, contenendo i rischi di complicanze e favorendo un recupero più rapido.
Il funzionamento è apparentemente complesso e, proprio per questo, riconducibile solo in cliniche specializzate. Il professionista effettuerà una piccola incisione davanti al padiglione auricolare e da qui procederà a scollare di 5-6 cm il sottocute. Si farà poi strada nei piani profondi e riposizionerà i tessuti verso l’alto. Il risultato finale presenterà un’esposizione minima, con cicatrici quasi invisibili.
Non solo: l’operazione è effettuata in condizioni di anestesia locale con sedazione in regime di day hospital. L’intervento ha una durata di circa un’ora, mentre il post operatorio prevede solo 24 ore di bendaggio, seguiti da 4 giorni di medicazione adesiva. I punti di sutura vengono invece rimossi dopo 7 giorni: il recupero è velocissimo e non lascia ecchimosi, con il risultato di un viso molto ringiovanito.
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