Continuano ad arrivare le conferme del boom del turismo del ritocchino, o Beauty Tourism. In altri termini, i flussi che stanno alimentando il turismo medico verso Paesi come l’Albania e la Turchia è in costante incremento, sospinto dal prezzo degli interventi, che arrivano a costare fino al 50% in meno di quanto non avvenga in Italia. Il tutto, però, a fronte di qualche rischio che si farebbe ben non sottovalutare.
A parlarne, in una recente dichiarazione, è stato Pietro Gentile, docente di chirurgia plastica e ricostruttiva all’Università Tor Vergata di Roma, secondo cui spesso i pazienti si lasciano attrarre dai risultati ideali che è possibile ottenere, mettendo in colpevole secondo piano i rischi delle operazioni.
Secondo il professionista, gli interventi più richiesti sono quelli della mastoplastica additiva, al primo posto, mentre al secondo posto troviamo la rinosettoplastica, che ha finalità sia funzionali che estetiche. Al terzo posto troviamo invece la liposuzione e, dunque, la rimozione delle adiposità localizzate in alcune parti del corpo. A seguire troviamo l’addominoplastica e, infine, la blefaroplastica, al fine di donare uno sguardo più giovane e luminoso.
Una problematica sempre più lamentata è poi quella della Snooby nose sindrome, o mammella tuberosa, un’anomalia molto comune e caratterizzata da una malformazione evolutiva che colpisce il seno nella fase del suo sviluppo, già a partire dalla pubertà. Le ragazze che ne soffrono presentano delle mammelle allungate e cadenti, che possono essere corretto solamente mediante la chirurgia plastica.
Proprio la numerosità dei casi potenzialmente correggibili mediante la chirurgia sta spingendo sempre più donne e uomini a optare verso il chirurgo estetico. E, per risparmiare, spesso lo si fa orientando la bussola verso i Paesi dell’est, che possono garantire una maggiore riduzione ma… attenzione ai rischi: spesso dietro costi molto più bassi di quelli che si potrebbero sostenere in Italia ci sono procedure non all’altezza…
Partecipa alla discussione