Le protesi al seno, o protesi mammarie, rappresentano uno degli oggetti più frequenti nelle operazioni di chirurgia estetica richieste dalle donne italiane. Ma quali sono le tipologie di protesi al seno oggi disponibili sul mercato? Nei confronti di quali casi possono essere più indicate? E quali sono le ultime novità di settore?
Le tipologie di protesi al seno
Sintetizzando un panorama piuttosto ricco e eterogeneo, oggi in commercio esistano quattro diverse tipologie di protesi al seno:
– con soluzione salina;
– con gel di silicone;
– a laccio;
– a base di tessuto.
La pratica quotidiana ci suggerisce come attualmente circa il 90% delle protesi al seno sia a base di gel di silicone, ovvero mediante un involucro che viene riempito – appunto – di gel di silicone. Il perché di questa tendenza è presto accertabile: il gel di silicone possiede diversi gradi di coesività, potendo pertanto prestarsi a diverse tipologie di esigenze, sulla base delle richieste del paziente.
Naturalmente, la classificazione di cui sopra delle protesi al seno è solo una delle diverse nomenclature. Possiamo ad esempio suddividere le protesi mammarie sulla base del tipo di involucro (unico o doppio, come richiede la maggior parte delle soluzioni), o sulla base della forma (rotonda o anatomica, con queste ultime ampiamente privilegiate).
Le ultime novità in materia di protesi al seno
Trattandosi di uno dei segmenti della medicina estetica di maggiore appeal e dinamismo, il mondo
delle protesi al seno è sempre aperto alle innovazioni, al fine di donare alle tante pazienti interessate all’operazione mammaria dei prodotti e delle tecniche sempre più efficaci.
In tal senso, tra le ultime novità in materia di protesi al seno spiccano sicuramente le protesi ergonomiche (o dinamiche), che cambiano forma in base alla posizione della paziente, come un seno naturale. Garantite per 10 anni, completamente tracciabili e riconoscibili grazie a un microchip incluso. Protesi che rendono possibile un intervento molto meno invasivo grazie al loro scarso spessore e alla possibilità di essere impiantate a livello retroghiandolare, piuttosto che sottomuscolare, riducendo così della metà i tempi di convalescenza e anche di 3 volte i tempi di recupero.
Quali sono le protesi migliori
Non è possibile individuare una protesi “migliore” prima che sia effettuata un’attenta e specifica visita sulla singola paziente. Così come, ancora più evidentemente, non è possibile individuare una protesi “migliore” senza il supporto qualificato di un chirurgo, l’unico professionista indicato per poter condividere con la propria cliente il miglior intervento.
È per questo motivo che durante le “tappe” di avvicinamento all’applicazione di protesi mammarie diventa fondamentale un profondo dialogo con il chirurgo, evitando di scegliere preventivamente le protesi che si ritengono più adatte sulla base di esperienze altrui, o letture sommarie. Cercate invece di individuare un chirurgo estetico del quale potete pienamente fidarvi, e parlatene con lui!
Non è possibile alcun commento