Il filler mandibolare rappresenta una delle procedure più richieste nella medicina estetica moderna per la definizione e l’armonizzazione del terzo inferiore del viso: è infatti un trattamento non chirurgico che permette di ottenere un profilo più definito e un aspetto più giovane e armonioso, senza ricorrere a interventi invasivi.
Cerchiamo quindi di comprendere in che modo viene usato e che risultati si possono ottenere.
Principi e tecniche del filler mandibolare
Il trattamento con filler mandibolare si basa sull’utilizzo di acido ialuronico ad alta densità, specificamente formulato per creare definizione e struttura in questa zona anatomica.
La mandibola gioca infatti un ruolo fondamentale nell’equilibrio estetico del viso, definendo il confine tra viso e collo e contribuendo alla percezione di giovinezza e armonia. La tecnica di iniezione richiede una profonda conoscenza dell’anatomia e prevede l’utilizzo di specifici punti di accesso strategici lungo il profilo mandibolare.
A tal fine, ricordiamo che il medico estetico deve considerare non solo l’aspetto frontale ma anche il profilo tridimensionale del viso, valutando attentamente le proporzioni e le simmetrie naturali. L’obiettivo non è infatti solo quello di aumentare il volume, ma di ricreare o migliorare le linee naturali del volto, rispettando l’anatomia individuale e le caratteristiche specifiche di ogni paziente.
La pianificazione e la personalizzazione del trattamento
Prima di procedere con il trattamento, è fondamentale una fase di valutazione accurata che comprende l’analisi della struttura ossea sottostante, della qualità dei tessuti molli e delle aspettative del paziente.
Durante questa fase, il medico estetico studia le proporzioni del viso utilizzando specifici punti di riferimento anatomici e misurazioni precise: condividiamo qui come la pianificazione del trattamento tiene conto di diversi fattori, tra cui l’età del paziente, la presenza di asimmetrie, la definizione naturale della mandibola e l’eventuale perdita di volume dovuta all’invecchiamento.
È anche importante valutare la presenza di particolari condizioni anatomiche o patologiche che potrebbero influenzare il risultato del trattamento. La scelta del tipo e della quantità di filler da utilizzare viene personalizzata in base a questi parametri, con l’obiettivo di ottenere risultati naturali e duraturi.
La procedura e le tecniche di iniezione
Dopo un’accurata disinfezione dell’area da trattare, il medico procede con l’applicazione di un anestetico topico per minimizzare il disagio durante il trattamento.
Le iniezioni vengono eseguite seguendo specifiche tecniche che possono includere l’approccio lineare retrogrado, la tecnica a piccoli boli o la combinazione di entrambe, a seconda delle necessità specifiche.
Durante la procedura, il medico presta particolare attenzione alle strutture vascolari e nervose presenti nella zona, utilizzando cannule smussate o aghi sottili per garantire la massima sicurezza.
La distribuzione del prodotto viene effettuata in modo graduale e simmetrico, controllando costantemente il risultato per assicurare un’ottimale definizione del profilo. Il trattamento richiede generalmente tra i 30 e i 60 minuti, durante i quali il medico modella il prodotto per ottenere il risultato desiderato.
Quali risultati ottenere
I risultati del filler mandibolare sono immediatamente visibili, ma il risultato definitivo si apprezza dopo circa due settimane, quando il prodotto si è completamente integrato nei tessuti e si è risolto l’eventuale gonfiore post-trattamento.
La durata dell’effetto varia da paziente a paziente, ma generalmente si mantiene per 12-18 mesi, dopo i quali è possibile effettuare un trattamento di mantenimento.
Nel periodo immediatamente successivo al trattamento, potrebbero manifestarsi alcuni effetti collaterali temporanei come gonfiore, arrossamento e occasionalmente piccoli lividi, che si risolvono spontaneamente nell’arco di pochi giorni.
È sempre importante seguire scrupolosamente le indicazioni post-trattamento fornite dal medico, che possono includere l’applicazione di ghiaccio, l’evitare l’esposizione a fonti di calore intenso e l’astensione dall’attività fisica intensa per alcuni giorni.
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